30 novembre 2009

Soufflè al cioccolato

Sarà pure un classico, ma è troppo buono!!
E facilissimo!
E' veloce!
E' questo:

La ricetta l'ho presa dal bellissimo libro MammaMia!
Si fanno sciogliere a bagnomaria 100 g di burro e 100 g di cioccolato fondente, nel frattempo si battono bene due uova con 50 g di zucchero, ai quali si uniranno poi 30 g di farina bianca. Una volta intiepidito il cioccolato fuso con il burro, lo si unisce al composto di uova, si versa in stampini imburrati e si inforna a 200° per dieci minuti. Io ho cotto 4 minuti in più, perché dopo 10 minuti era ancora troppo crudo, ma anche solo 2/3 minuti in più, vanno bene!

23 novembre 2009

Mr...Crumble!

Per sbaglio ho comprato due chili di mele a pochi giorni di distanza, posto che qui una mela si divide in quattro, e avanza pure, c'era una sola cosa da fare: una torta di mele.
Ma poichè tempo non ne avevo molto, ho deciso di fare finalmente il crumble di mele!
Una di quelle ricette che ti hanno sempre incuriosito, ma chissà perché non hai fatto mai!
L'hai studiata, l'hai vista fare mille volte, ne hai letto in ogni libro che hai, ma fatta, mai!
E allora, tutti in postazione, Sveva sulla sediolina, e abbiamo cominciato a sbucciare le mele, 4, a farle cuocere a fuoco lentissimo con un cucchiaio di burro, uno di zucchero, e un pizzico di cannella. A parte, abbiamo mescolato 100 g di burro con 150 g di farina e 90 di zucchero, che doveva essere brown, ma non ce l'avevamo, e ci abbiamo messo il caro, vecchio, zucchero semolato!
Altre ricette prevedevano l'aggiunta di farina di mandorle, o mandorle in qualsiasi modo si volesse, ma di mandorle, neanche l'ombra, e allora perché non cedere alla tentazione di schiaffarci gli immancabili pinoli? Sa va sans dire!!
Abbiamo poi adagiato le mele in una pirofila e ricoperte del crumble, che avevamo lavorato con le mani fino a farlo diventare una golosa polvere senza l'ombra di grumetti di burro, più che grumi si formavano delle palline, ma abbiamo risolt]]o con l'unico attrezzo di cucina presente in questa casa e mai usato prima: le fruste a "fusillo" per impastare!
La ricetta presa, e dimezzata, da gourmet, prevedeva poi di infornare in forno caldo a 180° per dieci minuti. Dopo dieci minuti, ho aperto il forno ed uno spettacolo triste e poco incoraggiante mi ha travolto, il crumble era crudo, pallido e triste...una schifezza! Allora cinque minuti alla volta , per un totale di una mezz'oretta di doratura (oh! ognuno c'ha il suo forno, il mio ha la funzione grill, che è praticamente una fiamma ossidrica, e la funzione doratura, più lenta, ma efficace!), finalmente, la luce!
L'ho impacchettato e portato a casa della mamma come dolce.
E via il primo piatto di lasagna (mamma), e via il secondo (io e papà), e via il terzo (Nicola), neanche una forchetta (Giuseppe), il giusto (Sveva), si passa ai secondi, i contorni, le castagne. Arriva il momento del dolce.
In tavola arrivano i dolcetti della pasticceria, e la pirofila.
Uno sguardo dei commensali, nel senso dei maschi, ovvero mio padre e Nicola. Silenzio. Mio padre chiede lumi, e Nicola, quello che dovrebbe essere mio marito, l'uomo della mia vita, complice del suocero - mio padre, mica cotiche - fa "è roba di Ivana, ci sono i pinoli...".
Ignoro il tutto e li incoraggio offrendogliene una porzione, senza indugio o imbarazzo quella serpe che mi sono sposata e per la quale sforno torte di mele, poiché una volta mi ha detto che sono le sue preferite, mi fa:
"io no, non ci riesco!",
sbigottita, gli chiedo il perché, e quell'essere inqualificabile, ridendo, osa
"no, mi fa impressione, sembra un'orata al sale!", e giù risate! Indignate - mah - io e la mia mamma ce ne sbafiamo una fetta, concordando sulla delicatezza dei sapori, e sulla bontà del risultato!
La serpe assaggia...
"beh? ti piace?" lo incalzo, e lui, ridendo,
"mmmh, non tanto",
incredula, insisto:
"ma se tu adori le crostate di mele...",
e lui: "e che c'entra questa con una crostata di mele??",
ignoro la sua ignoranza culinaria e gli spiego che gli ingredienti quelli sono e le proporzioni, quasi.
Il disgraziato non si ferma e mi risponde:
"a volte mi sembri Mr. Bean!"
"Scusa?"
" Si Mr. Bean, che mette tutti gli ingredienti in bocca e pensa di aver fatto una torta!".
Sto preparando gli atti.
Penso che divorzierò!

18 novembre 2009

Ooops!!

Se c’è una persona alla quale non si può dir...di non dire, quella sono io. Non parlo di segreti, sono una tomba, sono un’avvocata, so di non dover riferire nulla di non riferibile, ma se c’è un particolare imbarazzante da omettere, una gaffe da evitare, una brutta figura da non fare, beh! io non ometto, non evito, io la faccio!
Ho smesso di chiedere alla panciute se siano incinte: quando lo chiedo io, non lo sono mai. Hanno la pancia e si offendono. O peggio una tragedia da raccontare, e tu (io) ti chiedi il perchè ti (mi) abbiano messa al mondo.
Se hai la ricrescita, il mio occhio cade - involontariamente, lo giuro - sempre sull’attaccatura dei capelli, sottolineando, ancor più involontariamente, la trascuratezza della mia interlocutrice.
Se ti soffi il naso, faccio finta di niente, ma secondo me, si nota che l’ho notato, anche se soffiarsi il naso, nonostante i recenti fanatismi legati alla suina, non è stato ancora qualificato come reato contro l’umanità! Io stessa lo faccio continuamente, e sono ancora a piede libero!
Vi risparmio le ridicole proposte avanzate da una fanatica in riunione a scuola con i genitori a proposito della prossima (l’ennesima) pandemia! Ambulanze, ricoveri coatti...nemmeno Hannibal the Cannibal!
Alla stessa maniera cerco di evirtare agli altri brutte figure o noie. Ed è ancora peggio!
Una sorta di san Francesco delle buone maniere. Beccandomi sempre un laconico ”ma la vuoi finire!” da mio marito! Credo non abbia ancora fatto l’abitudine al fatto che fermi gli sconosciuti per avvisarli che hanno la borsa aperta, che hanno dimenticato la giacca appesa alla sedia del bar. A volte alzo il passo, quasi li rincorro!
La più imbarazzante, è stata avvisare una collega (che ovviamente non conoscevo) in tribunale, che proprio dove lei aveva appoggiato la borsa, e sto parlando dell’aula di udienza, non del giardinetto...beh c’era un sospetto liquido giallo. Più che sospetto, inequivocabile!
Ma per tornare alle mie gaffes, ricordo una volta, eravamo con amici, e ci avrebbero raggiunto altri amici di amici. Eravamo a casa di Nicola, in salotto con la tv accesa. Ci dissero solo che uno dei nuovi, aveva recentemente perso la madre, pregandoci, implicitamente, di evitare discorsi “pericolosi”.
Tra i miei più grandi difetti c’è anche la pretesa di metter gli ospiti a proprio agio e di rompere il ghiaccio.
Mi ci volle un attimo.
Sigla del telegiornale...tatatatataaa, i titoli, mezzo busto del conduttore, “benvenuti all’edizione delle 20.00...”. Senza pensarci un attimo, per rompere il silenzio imbarazzato dei presenti, pronunciai le seguenti parole: “Uh MAMMA! Come è pallido quest’uomo. E come si chiama? MORTIMER?”.

11 novembre 2009

Corri, corri c'è il guanciale!

Entrata nella macelleria per caso, non avendo idea alcuna di cosa comprare e, di conseguenza, cucinare, ordino del filetto per i piccoli, mi faccio fare dei tristissimi hamburger salva dieta, magri, magri, magri, di quelli che il macellaio te li fa disgustato. Il dialogo è sempre lo stesso: "signora, ma è una suola!", "non si preoccupi, li mangio lo stesso!!". Paziente aspetto, e mentre mi guardo un po' intorno, mi accorgo di alcune novità: carpaccio di non mi ricordo cosa, venduto a peso d'oro, carpaccio di chianina rarissima, che neanche il platino. E un guanciale. Il guanciale toscano artigianale, profumatissimo, rarissimo. Ne compro una fetta spessa, già pregustando: guanciale? E allora, amatriciana sia!
Mi dirigo a scuola, cercando di ricordare a memoria la ricetta dell'amatriciana. In particolare mi viene in mente un'intervista ad Aldo Fabrizi di almeno 30 anni fa, fatta a casa sua, anzi nella sua cucina, dove l'illustre cucinava al suo intervistatore e commensale - che potrebbe essere benissimo un famosissimo regista o giornalista, ma non me lo ricordo proprio, l'avrò visto dieci anni fa almeno, in una puntata di Schegge di Ghezzi!- ebbene il nostro ospite alle cinque del pomeriggio, cucinava, per l'appunto, il baccalà fritto. Così, perché tra una domanda e il ricordo di un set, gli era venuto un languorino!
Tra uno schizzo d'olio e un assaggio fugace, Il cuoco Fabrizi raccontava di aver fatto, una volta, una domanda sulla Amatriciana ad una aspirante governante (mi par di ricordare...oddio...sembra una deposizione del teste!), chiedendole se nell'amatriciana, appunto, ci andasse l'aglio o la cipolla. Alla risposta "nessuno dei due", il grande attore rimase basito, poiché mai avrebbe creduto che la giovane e magra ragazza, svelasse il trabocchetto e desse la risposta esatta.
Ebbene, imparai allora che nell'amatriciana non va nè l'aglio, nè la cipolla, ma solo il guanciale, il pecorino, sale e pepe. Arrivo a casa dopo aver preso i piccoli da scuola e un dubbio mi assale: e il pelato? Uh, mamma! Non me lo ricordo, frettolosamente cerco nei tomi di cucina, i fondamentali, ma niente e allora decido: io ce lo metto!
Messa la padella sul fuoco, mi ricordo anche che i cuochi veri consigliano sempre di non aggiungere altri grassi (leggi l'olio) se si sta usando la pancetta o il guanciale, perchè il grasso c'è già...ci provo, ma l'aver letto ogni genere di sciagura sull'uso dell'antiaderente, che diventa tossicissimo se non unto, mi ricredo subito, al cuoco giochiamo un altro giorno, e ferma aggiungo un filo di olio extravergine di oliva. In un attimo, inseguendo quest'impeto rivoluzionario e anarchico, aggiungo il pelato, non solo, lo schiaccio con la forchetta.
E poi, un solletico, un prurito, un istinto. In un nano-secondo affetto una cipolla e ce la butto dentro... siiiiii, lo so che non lo dovevo fare, ma non ho potuto resistere. E il peperoncino? Ci va o non ci va? Cosa diceva l'illustre? Non me lo ricordo, ed è tardi, sembra incredibile ma non riesco a trovare uno straccio di ricetta dell'amatriciana sui libri, Sveva sta chattando su facebook con il suo compagno di scuola e il computer è inaccessibile, ho fame, sono le due...LE CAVALLETTE!! Cedo ancora una volta al mio istinto bohemienne, affetto un po' di peperoncino, e aggiungo anche quello. Infine il pepe, macinato al momento. Scolo le pennette molto al dente, fuoco vivacissimo sotto la padella e le faccio finire di cucinare nel sughetto. Un paio di minuti, e in tavola. Praticamente con l'affanno!
Non so se ho onorato la memoria del grande attore e gourmet, non so se ho seguito alla perfezione la ricetta originale, ma ragazzi, era davvero da urlo!!!

06 novembre 2009

News!

I miei figli hanno assaggiato il brodo. Uno l'ha sputato, l'altra l'ha adorato!