22 novembre 2010

Bruschette d'autunno

Io adoro le bruschette e adoro inventarne di nuove. Sperimentare e sfruttare i prodotti di stagione, per rendere ogni bruschetta unica e...climaticamente corretta! Se d'estate mi piace azzardare con le melanzane, d'autunno sono d'obbligo i funghi, e se per caso, come oggi, non mi va di uscire, allora le patate mi verranno in aiuto!
Ho tutte le intenzioni di bollire le patate con la buccia e cucinarle al dente. Fatto questo, le sbuccerò e le taglierò a tocchetti. In una padella faro' rosolare dell'olio extravergine con il rosmarino di Stefania (non e' una varietà' speciale di rosmarino, e' una mia amica con la campagna che mi regala le erbe aromatiche...e non pensate a male!!), e poca cipolla a fette regolari, 'si da poterle eliminare, altrimenti mio marito chiede il divorzio in quattro e quattro otto! Non credo che le abbrustolirò troppo, anzi, vorrei che venissero vellutate, e pestarne qualcuna mi aiuterà nell'intento. Fatto a fette il pane, lo abbrustolirò, ma solo subito prima di andare a tavola, le patate saranno calde e avrò da un po' tolto il provolone piccante di ottima qualità dal frigo. Al momento giusto prenderò un bel piatto grande, vi adagerò sopra il pane, con dolcezza spargerò le patate sulle bruschette, completerò con qualche foglia di rosmarino, sempre di Stefania, e finirò con delle scaglie di provolone piccante. Ho usato il futuro, ma in realtà avrei dovuto usare il condizionale, perché oggi con questa pioggia e i bimbi a casa, m son fatta prendere un po' dalla pigrizia!!!

In realtà, dopo aver finito di scrivere,il senso del dovere ha avuto la meglio e le bruschette le ho fatte e ce le siamo pappate, perchè erano davvero buonissime, anche se le patate non le ho fatte vellutate come mi ero ripromessa ( e ve lo avevo detto che ero pigrissima stamattina)! La prossima sperimentazione prevede funghi cardoncelli saltati in padella velocemente con olio extravergine di oliva, aglio e prezzemolo e per guarnire, gorgonzola a tocchetti. A voler osare opterei anche per carciofi a fette sottili saltati in padella esattamente come i funghi di cui sopra, per finire con scaglie di parmigiano e noci. E a voler osare, solo gorgonzola, miele di castagno e pinoli. E se avete un guizzo di improvvisazione, radicchio rosso grigliato e condito con olio extravergine di oliva, poco aceto balsamico e parmigiano a scaglie, e anche qui un po' di miele, ci starebbe benissimo!

16 novembre 2010

Apple pie? Domani, grazie!

E' arrivato il momento di fare una apple pie, ma non oggi. Oggi non posso! Per rispetto di quel santo che mi sono sposata. Per rispetto di quel santo che oggi, come l'atro ieri, deve digiunare. Deve digiunare per scoprire se il lattosio gli è nemico, gli ha dichiarato guerra e la vuole pure vincere. E allora, poiché per stanare il nemico, o il sospetto nemico, il marito ha da soffiare in una specie di piccolo computer che gli conta le cose, (quali cose non so!), e per farlo non deve mangiare farinacei, pasta, riso, patate, frutta, verdura e legumi, ma solo prosciutto crudo, carne e pesce, senza olio, senza sughi, senza niente, allora oggi, la apple pie non la posso fare. Perché lui, davanti ad una apple pie, farebbe questo: la guarderebbe, ne taglierebbe un pezzo e distrattamente se lo mangerebbe, distrattamente, ma con molto gusto, e poi distrattamente un altro, e poi un altro, così fino alla fine.
E allora, no! La apple pie oggi non la farò, ma domani...

08 novembre 2010

Les jours tristes

Arrivano. I giorni tristi arrivano, e quando non puoi far niente, ma solo convivere con il dolore e la tristezza, i rimpianti e i ricordi, non c'è nulla da fare. Continui a fare la lavatrice e stendere il bucato. Ma poi ti siedi ad un sedia e la cosa migliore da fare è bersi una tazza di latte e caffè. Ripensando a come lui la beveva con gusto. A lui il latte piaceva caldo e bianco, con i pezzi di pane dentro. E lo zucchero, di cui era ghiottissimo. La zuppa del latte, è uno dei ricordi che ho sin da bambina. La zuppa del latte era un momento per farsi del bene, per mangiare una cosa golosa, e fermarsi a fine giornata. L'ultimo regalo goloso prima di andare a letto.
Mio nonno non c'è più, mio nonno Onofrio non c'è più. Se ne è andato.
Mio Nonno Onofrio era una persona buona, giusta, brava, generosa e onesta. Era affettuoso come solo i nonni sanno essere. E seppur abbia passato la sua vita lavorare nei posti più lontani ed impervi, nei deserti e nei paesi in guerra, non se ne è mai lamentato. Con orgoglio lavorarava onestamente per la sua famiglia. Era capo operaio mio nonno. Rispettato da tutti a cominciare dai suoi superiori. Inflessibile, come solo i giusti sanno essere. E poi aggiustava tutto mio nonno. Se qualcosa si rompeva, lui la sapeva aggiustare benissimo. Aveva una scatola piena di viti, chiodi e attrezzi e quando la apriva per aggiustare qualcosa mi sedevo a guardarlo e a guardare quanto fosse bravo a fare le cose.
Ora non c'è più, ed a me non rimane che andare fiera del mio nonnino. Mi rimangono i suoi ricordi bellissimi e dolci. Il suo esempio ed il suo amore immenso. Ti accarezzo, nonno. Ti accarezzo per sempre.
Ivana