13 ottobre 2008

Quiche alla barese con ispirazioni dalla Magna Graecia

E vabbè, la cucina è contaminazione, ispirazione e legame al territorio indissolubile, comunque!
Bene! Dopo questa sagra dei luoghi comuni, passiamo al pezzo forte di questo lunedì mattina con i piccoli in casa con il mal d'orecchio!
Sigrid cercava la ricetta del pesto alla trapanese e allora l'ho cercato sul libro di Ciccio Sultano.
Sfoglia che ti risfoglia ho incrociato la ricetta della pasta brisee di Ciccio Sultano.
Senza aspettare neanche un minuto l'ho preparata all'istante, sostituendo però al burro l'olio extravergine d'oliva...in un impeto di sciovinismo!
Metto a crescere la pasta e mi interrogo, tra una pagina di facebook e una ricettina per finta con i miei piccoli, su cosa aveva da mettersi in quella quiche alla barese.
La base: patate lesse.
Lo zoccolo duro: uova, panna e parmigiano.
Ma ci voleva il quid in più:
Pensa pensa pensa.
Mi ricordo di avere della scamorza affumicata, ma subito mi rendo conto della banalità del risultato e passo alla feta, che già mi sembra più interessante.
Preparo, inforno e vado.
Me la guardo e mi rendo conto che ci vorrebbe un po' di colore....realizzo che ho della rucola in frigo, ma mentre mi interrogo sulla opportunità di usarla, visto che mi sembra un po' moscia capisco tutto: le olive nere baresi da friggere!
Già me la immagino con le sue striature violacee...e vai! In pentola a fuoco vivace con olio buono e due pomodorini!
Cinque minuti e apro il forno per il tocco d'artista!
Voila!
Ho fatto le foto ma le posto dopo che devo correre dalla maestra di Peppe!

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