12 giugno 2008

Il Giorno del Giudizio

Oggi non posso scappare, non più.
Devo affrontarlo.
E’ sempre lui: il bucato.
Il mio rapporto con il bucato è pessimo.
Non posso più rimandare.
Ne ho uno da ritirare, uno da stendere, un paio da stirare e non so quanti da lavare.
E poi c’è il cestone.
Non è un cestone, è una collina, ormai.
Ne sono convinta: lì dentro accadano cose strane.
La roba sporca?
Secondo me la roba sporca fa le cose sporche, i calzini sporchi, sono degli sporcaccioni, lì ci si riproduce, è certo.
E non solo nella maniera consueta, lì le stanno provando tutte, anche la gemmazione, la partenogenesi e la talèa!
Ordine?! Ordinee??!
Io sono la negazione dell’ordine.
Nel senso che NON metto a posto!
Non mi piace, non fa parte di me.
Ma lo faccio, sempre, continuamente.
Il problema è che quando io ho finito di riordinare ci sono sempre due monelli pronti a mandare tutto in fumo: chi sbriciola crackers per terra, solitamente Giuseppe, o chi decide che è arrivato il momento di colorare, Sveva, e sparge decine di fogli per terra e colori di ogni genere, acquerelli, a spirito, a cera.
E i pastelli, che vengono temperati, diciamo così, en plain air!
E poichè è molto brava e non voglio bloccare la sua vena artistica, non posso mica mettermi lì a sbraitare come una iena, ogni volta!
E poi, bisogna ammetterlo, si percepisce a naso che il lavoro non è fatto con passione e, dunque, è fatto male!
La legge del contrappasso, mi ha assegnato ad un uomo che, invece, non riesce a vivere nel disordine, pur essendo anche lui, in alcune cose, MOLTO disordinato, e che, appena può, pur dicendomene di tutti i colori e trasformandosi nell'uomo più insopportabile che mi sia mai capitato di incontrare, mette a posto.

09 giugno 2008

Toy Story

Sono entrata nella camera di Giuseppe, dove i piccoli stanno giocando, e l’occhio m’è caduto sul limone, quello con le ruote, ovviamente, e ho notato una cosa strana.
Era lo scolapasta con dentro tutti i binari del trenino di legno.
Non ho controllato, ma penso che ci fossero anche i vagoni!

05 giugno 2008

Insalata di asparagi, fagiolini, uova sode e arance

Tanto tanto tempo fa mi ero inventata questa ricettina davvero buona.
Con l'inizio della primavera e i primi asparagi e i fagiolini a 10 euro, mi era venuta in mente questa idea: condire gli asparagi con l'olio ed il succo d'arancia.
Un successo!
Allora una mattina mi misi a pulir verdure e a cuocerle, e a cuocere le uova sode, e visto che i piccoli, non ricordo perchè, avevano marinato la scuola, decisi di insegnargli a pulire le uova sode, ma di qui ad assaggiarle.....
Da quella mattina ogni volta che devo pulire un uovo sodo non posso che chiamare i miei fidi assistenti.
Tornando alla ricetta, si procede così:
fatti bollire in pentole diverse asparagi, fagiolini e uova, si lasciano raffreddare velocemente in acqua e ghiaccio, per preservarne il verde vivo, e poi si uniscono in una boule, insieme a fettine di un'arancia tagliata a vivo e si condisce con olio extravergine di oliva e il succo di un'arancia (spremete ciò che vi rimane dell'arancia tagliata a vivo e non butterete via nulla!).
Il risultato è ottimo.
Le foto non ci sono perchè quel pazzo di mio marito le ha perse.
E non chiedetemi come sia possibile perdere una foto digitale, perchè, A PARTE CANCELLARLA CON IL TASTO DELETE, NON C'E' ALTRA POSSIBILITA'!
A buon fotografo, poche parole!

E' bello averti qui!!

Finalmente l'ADSL!

Assasin’s Creed

Mi accorgo, sempre più spesso, di quanto, dare da mangiare a dei bambini, equivalga a ricaricargli le batterie. Parlo di una semplice cena a base di pasta al sugo con polpettine e spremuta d’arancia senza zucchero.
Si sono scatenati!
Dopo uno dei nostri soliti sabati passati fuori a pranzo, a mangiar quello che i bimbi adorano di più al mondo dopo il gelato e la cioccolata: pizza, patatine fritte e gelato!
Dopo la nostra passeggiatina a piedi per mezza città, la puntatina “da Feltrinelli senza comprare niente”, (si, come no?! Abbiamo comprato “solo” un DVD. Per loro ovviamente!)
E poi al Disney Store, Peppe ci si è catapultato dentro....e menomale che avevo l’ultimo buono regalo del compleanno di Sveva.... erano praticamente a pezzi.
Tornati a casa a piedi, con Peppe sempre in braccio a me, abbiamo giocato con la plastilina - quella del Disney Store - tra un bucato e l’altro, si capisce, visto che Peppe, all’uscita dal Disney Store, si è avvicinato ad una panchina, ha preso un bicchiere della Coca Cola apparentemente vuoto, e l’ha scaraventato a terra, come solo i bimbi di tre anni e otto mesi sanno fare, bagnandosi, quindi, interamente di caffè (sic!).
Vista la loro stanchezza, alle sette li ho fatti cenare, sicura che si sarebbero addormentati di lì a poco, ma non appena hanno finito di mangiare, li ho dovuti rincorrere per fargli bere la spremuta, dal momento che hanno cominciato a fare letteralmente i pazzi!
Il tutto, mentre il padre stava TERMINANDO il videogioco per PS3 Assasin’s Creed!
Lo scontro finale.
E quelli lì, a farlo apposta, a corrergli davanti con palloncini e urla e risate tanto forti da non fargli capire una cippa di quello che “il Maestro” tentava di dirgli!!
E’ ancora lì adesso che si gode le ultime scene del gioco, tra un tempo e l’altro della finale di Coppa Italia, ma solo perchè, i monelli, finalmente, dormono, ed io ho un post da scrivere!

04 giugno 2008

(L’)Alice guarda i gatti....

Le famose alici di ieri sono state fritte, ed hanno avuto un gran successo!!
Mia suocera le ha fritte tutte: ai piccoli con una panatura di farina, uova e pangrattato, e per noi, invece, senza pangrattato, così i piccoli hanno gustato il loro prelibato finger food caldo caldo - come un fritto che voglia chiamarsi tale, pretende - guardandosi i cartoni e giocando con le macchinine al ritorno da scuola!!
Devo ammettere che, al di là della parentesi parcheggio, neanche troppo tragica per la verità, canticchiare in macchina con i piccoli al ritorno da scuola, è meglio che dover rincorrere Giuseppe ad ogni angolo di strada.
Mi spiego meglio.
Giuseppe, per farmi uno “scherzo”, ogni giorno, tornando a piedi da scuola si liberava dalla mia presa e correva come un pazzo sino all’angolo della strada, fermandosi solo un momento prima di attraversare, ne conseguiva un mio inutile scatto da centometrista, un infarto e la solita figura da vaiassa* che urla, inutilmente, peraltro, “FERMATI” ad una scheggia alta un metro e poco più!

*vaiassa: donna che riprende, e spesso, il proprio marito, i propri figli, parenti tutti, e molto spesso anche semplici passanti, esclusivamente urlando a squarciagola, soprattutto in spazi aperti e alla presenza di molte persone!