27 dicembre 2008

Omertà!

Negare sempre! Negare Tutto!
Questa è la prima regola alimentare di questa casa!
L'ho imparato sin da piccola!
"Ma c'è il formaggio?", chiedeva ignaro il mio povero fratello, "NOO"! mentiva spudorata mia madre! E parmigiano dappertutto!!
E così, ho imparato, che se temi che qualche indispensabile valore nutritivo sia carente nella dieta dei tuoi figli, forse, è meglio dire qualche piccola farfanteria (come direbbe il mio amato Andrea Camilleri!).
E se proprio non vogliamo peccare di falsità, pecchiamo almeno di omertà! E allora il "non dire", l'omissione, sarà la nostra via di salvataggio!
Perché dai sensi di colpa bisogna scappare, salvarsi, cercare di non farli parlare, perché se cominciano, è finita, vincono sempre loro. Non c'è scusa che possa salvarti!
E allora?
E allora la verdura!
Qui si mangia (leggi i piccoli) poco e male.
L'escamotage è sempre lo stesso: il camufflage, visto che ci va di parlare francese, come il mio piccolo nipotino Luca, che da quando vive in Austria, ha scelto di essere francese! (sic!)
E così, dopo i pranzi corposi degli ultimi giorni, oggi ho deciso di fare un bel brodino vegetale, e ho conservato le verdure per i piccoli.
Intanto ho cotto la loro pasta (al sugo) nel brodo, e così, qualche microgrammo di vitamine lo hanno ricevuto.
Per aggiungere qualche altro grammo o poco più ho fatto delle polpettine fritte fritte (come, invece, direbbe Roberto Benigni!) ma amalgamate con il passato di verdura, qualche cucchiaio, d'accordo, molto formaggio, per coprire, pan grattato e olio bollente, per evitare che qualche pezzettino di verdura si vedesse, o peggio, si sentisse!
Insomma, è dura la vita del mentitore, devi pensarle tutte, devi stare attenta al minimo errore, e quando tuo figlio ti chiede "mamma, ma c'è un pezzo di patata???" pronta devi rispondere "no, piccolino, sarà il pan grattato!!!"

24 dicembre 2008

Babà Natale

Ritornata dalla passeggiata delirante della vigilia di Natale, in centro, a piedi, coi piccoli, stanchi e affamati, dopo una sosta in una Gyrosteria, a mangiar feta e patatine, insalata greca e pita, con pacchi, pacchetti, buste e bustine di ogni genere (pure quella con 4 litri di latte!), dopo aver fatto piacevoli incontri, sono finalmente rientrata, ho acceso l'impastatrice e ho fatto il Babà. Ora è in forno che cresce!
Mi sembrava la cosa più simile al panettone, che si potesse fare in questa giornata natalizia.
La ricetta è quella di mia madre, e prevede 300 g di farina, 100 g di burro, 30 g di zucchero, 10 g di lievito di birra e un bicchiere di latte.
Si impasta prima il burro con lo zucchero, poi si aggiungono le uova, la farina ed infine, il lievito sciolto nel latte. Il composto deve risultare piuttosto elastico.
Lo si versa in uno stampo ben imburrato o foderato di carta forno, e si lascia raddoppiare di volume in forno spento preriscaldato a 35° per un'ora, un'ora e 1/2. Poi si riscalda il forno dapprima a 120°, e si lascia cuocere per 5 minuti circa, poi si alza la temperatura del forno a 170°, e si lascia cuocere per complessivi 30 minuti circa.
Lo si deve tenere nel forno ormai spento, e leggermente aperto, ancora 5 minuti.
Una volta raffreddato, lo si pone in un piatto da portata e lo si deve bagnare abbondantemente con una soluzione di acqua, zucchero e rum (il grado di alcol ognuno lo decida da se!) - ma perchè non provare anche il limoncello? - e si serve con panna, o, se siete temerari e non temette per il vostro girovita, anche con una splendida chantilly! La mia mamma ogni tanto accompagna la panna con la frutta fresca, ed è la versione che io amo di più.
BUONA NATALE A TUTTI!!

04 dicembre 2008

Traguardi

Arriva un momento in cui uno le cose deve cominciare a farle da solo.
Non si può continuare a rimandare di anno in anno.
Non si può cedere alla pigrizia.
Non ci si può arrendere alla propria incapacità di aspettare. Di rispettare i tempi.
Non ci si può cullare nei "ma io non ho tempo!"
Arrivati a 35 anni suonati, devi fare le tue cose.
Devi smetterla di dipendere dagli altri.
E poi l'emancipazione è libertà.
Libertà di scegliere, come, dove, quando e quanto.
Libertà di fare.
Libertà di fare le cose a TUO modo.
Libertà di alzarti un pomeriggio da un profondissimo sonno di dieci minuti, prendere la farina, l'olio e il vino e accendere l'impastatrice.
Libertà di fregarsene di prendere in mano il quaderno delle ricette e ricordare a memoria la ricetta.
Scoprire che la ricetta non è stata esattamente RICORDATA.
Caparbietà nel porvi rimedio, aggiustando le dosi, e salvare capra e cavoli.
Libertà di tirare la sfoglia sottile sottile, mentre intorno a te, i piccoli, hanno deciso di giocare e di lasciarti un po' in pace in cucina.
Libertà di fregarsene se stanno svuotando le loro stanze e stanno trasportando tutti i dvd, i peluche, le hot wheels e i gormiti, nel salone, e giocano a spingersi per casa sul carrello. Quello blu. Quello bello. Quello di Philippe Starck!
Quest'anno, non dirò a mia madre: "mamma quando mi fai le cartellate?" non entrerò in pasticceria a comprarmele, pensando che quelle che fa mia madre e che faceva mia nonna sono cento volte più buone. Quest'anno, con la ricetta della mamma, le cartellate le ho fatte io!
E visto che vino bianco in questa casa se ne compra poco...le ho impastate con il primitivo di manduria....il profumo è già inebriante!